sabato 11 febbraio 2012

La crisi tra me e te, also known as l'apostrofo rosa tra le parole t'amo o forse no

Ciao Lettori!

Siamo sempre più invaghiti di quei due trottolini amorosi, vale a dire la narratrice (che, una volta per tutte, I do repeat, non sono io, ma un fittizio 'io narrante' in prima persona singolare. Funziona così, fatevene una ragione per il cielo) e Angelo.

Leggete della crisi: una cosa che boh io non so come possa succedere ma una mattina i mercati fanno boom!, Standard & Poor's ti declassa, l’Inter lotta per non retrocedere, Vasco Rossi scopre Twitter credendosi Eva Longoria ai bei tempi in cui spargeva amore e fiele con quel pezzo da 90 di Tony Parker, e Lorenzo Cherubini assiduo e imperturbabile ‘prende la chitarra senza sapere suonare’.

Enjoy the weekend, ‘cause war is over if you want to.


Lisa? Lisa ciao!
No, non sono Lisa. Deve aver sbagliato persona.
Somiglia a Lisa, la ragazza di Angelo, mi scusi sa.

Penso che sia un caso che il mio attuale ragazzo si chiami come quello di una Lisa XY, e che io e Lisa YY ci somigliamo. Ma sono una strega, vedo cose che non ci sono, e soprattutto parlo troppo.

Beh conosco un Angelo, ma dubito sia lo stesso. Di Angelo.
Abita vicino al centro sportivo, quello comunale. Corre spesso, ha un cane gigante e molto, come dire, molto bavoso. Lui è alto e moro. E’ un caro ragazzo sa…

Mi mordicchio l’unghia con quell’espressione da alunno chiamato per l’interrogazione il lunedì mattina. Maestra, ce l’ha con me? No, non è pottibile maestra. Non può avercela proprio con me.

Sì forse è lui, dico. L’Angelo che conosco io potrebbe essere il suo Angelo. Ma Lisa… Lisa  non so chi sia, non la conosco.
Esito, poi mi tuffo dalla rupe a testa in giù senza tapparmi il naso, e neppure la bocca.
Ma… chi è Lisa?, chiedo.

Penso che in fondo non voglio sapere chi sia Lisa. Penso che Lisa è il mio iceberg. E che io sono il Titanic. E che sanno tutti come è andata alla fine. E che non me lo merito.

Lisa è la ragazza di Angelo. E’ la mia vicina di casa, e spesso ho visto Angelo dalle nostre parti. L’ho conosciuto così in effetti, sul pianerottolo, fuori dalla porta della Lisa.

Sto imbarcando acqua. Rose e Jack saranno contenti di suggellare il loro amore affogando nelle gelide onde dell’Atlantico, ma io voglio tornare a casa sulla scialuppa. Sento il petto strettissimo sotto il reggiseno. Devono essermi cresciuti i polmoni, o il seno, in questi ultimi minuti. Mi fa male respirare.

Ah. Beh no, Lisa non l’ho mai incontrata. Cioè conosciuta. Ma mi dica, stanno ancora assieme?
Bah, suppongo. Li ho visti portare fuori il cane ancora qualche settimana fa. Quell’animale è una cosa assurda. Abbaia sempre quando mi vede. E sì che ormai sono due anni che bazzica l’appartamento di Lisa… mah vabbe’.

VABBE’ un emerito cazzo! Qui nessuno dice vabbe’, chiacchierona di una sconosciuta. Qui nessuno lascia la nave. Qui adesso tu sei in ostaggio.

Ma ne è sicura signora? Perché io conosco …

Angelo si materializza dietro le spalle dell’ignara dalla bocca larga. Io rapitore, lui negoziatore. Lo ha capito al volo. D’altronde è furbo il mio ragazzo. E pure quello di Lisa, a quanto pare.

Buongiorno signora Ada! Vuole che l’aiuti con le borse? Gliele carico in macchina? Così ci mette meno, e non si sforza.
Angelo caro! Stavo parlando di te con la signorina qui… Che coincidenza! Pensa che per caso ci siamo incontrate, perché io l’ho scambiata per la Lisa…

ALLARME ROSSO. ABBANDONARE LA NAVE. NON RIPETERE MAI Più IL NOME LISA.

Angelo gioca al sordomuto. Non risponde, sorride alla signora, si carica tre borse tre!, piene zeppe di cibarie e detersivi, cavalca verso la macchina di Ada, l’ostaggio innocente.
Io non mi muovo, continuo a ciucciarmi il polpastrello da circa dieci minuti.
Angelo torna, Ada è stata liberata.

Non so cosa ti abbia detto…
Che è due anni che il tuo cane anaffettivo le abbaia contro quando tu e la tua ragazza, LA LISA, scendete le scale, quelle dell’appartamento vicino alla stazione, per  portarlo a pascolare nelle aiuole comunali.
Aspetta lasciami spiegare…
Dimenticavo, ha detto anche che sei un caro ragazzo. Sì, questo va detto. Tu sei un caro ragazzo in effetti.
Non sto con Lisa. Siamo stati insieme sì, ma è finita, cioè non è neppure mai iniziata a dirla tutta…
L’analisi filologica del vostro rapporto non e’ esattamente quello che definirei argomento di discussione interessante.
Non sto con Lisa.

Angelo è uguale a quando l’ho notato la prima volta. Mi piace: è più forte di me, del mio sarcasmo, del mio ragionamento. Alcuni riccioli gli rimangono inspiegabilmente appiccicati alla fronte, altri puntano ribelli verso il cielo. La barba gli cresce 24/7, e lui non le sta dietro. La sua idea di stile combacia con quella di un dodicenne degli anni Settanta: ovvero indossa le Convers non perché sia alla moda, semplicemente non è al corrente dell’esistenza di altri modelli di scarpe sul mercato.

Ascoltami un attimo, devi lasciarmi spiegare.
Sono stordita. Non so cosa dire. Non so cosa dirgli.

Io e Lisa siamo usciti sì, ci conosciamo da anni, siamo stati anche insieme.
Cristo mi viene da vomitare.
Non è mai finita perché di fatto non è mai iniziata… sesso tra amici, a.mi.ci. …
Ah ma scopate solo! Fantastico, cambia tutto. Me lo dicevi al pronti via e adesso ti starei già a chiedere quale colore preferisci per la carta da parati della nostra cucina.
Non scopiamo più. Siamo rimasti amici. E lo so che adesso non capisci, ma è un malinteso se pensi che io abbia fatto lo stronzo.

Ho la lingua impastata, un miscuglio salatissimo di muco e lacrime trattenute. Non ho un fazzoletto con me, e non gli darò la soddisfazione di porgermene uno.

Ohi, non avrei potuto. Non sono così. Forse all’inizio era un gioco, ma adesso…
Adesso siamo un trio.
… adesso facciamo sul serio noi due, no?
Fammi la cortesia di non dirmi che sei innamorato di me dieci minuti dopo che la signora Ada mi ha confidato la tua tresca sesso e rockanrolla con la sua vicina di casa.
Non voglio discutere così, non ce n’è motivo  e tu stai esagerando. E non dirmi quando devo dirti se sono o meno innamorato. Non sei tu a decidere chi fa cosa, quando e perché. Siamo in due, e se adesso sei offesa e ferita, mi spiace, ma non sarò il tuo pungyball per una cosa mai successa.

Siccome non so se ve l’ho detto, all’inizio di questa storia, ma Angelo possiede il polso di ferro di un centurione romano che ordina ‘Testuggine!’ per trucidare i barbari nelle Highlands di Scozia, decide di tagliare la conversazione e mollarmi lì.
Io continuo a ciucciarmi l’indice, il supermercato ha chiuso e non sono riuscita a fare la spesa.
Cazzo no, un’altra volta colazione  senza latte no! 

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