mercoledì 21 maggio 2014

The Last Vivienne

Ciao lettori

Vivienne è in modalità organizzazione viaggi low cost. 
All'improvviso qualcosa accade: l'estate è già finita.
E' l'ultima volta che passa di qui: la bambina cammina da sola, lontano da qui. 
Salutate la nostra migliore eroina.

Enjoy.


Sto provando ad organizzare le vacanze, o almeno gli spostamenti per andare in vacanza. Sembra complicato e soprattutto molto più costoso di quanto immaginassimo. Ma i bambini non viaggiavano gratis, scusa? Quelli sotto i due anni, alti meno di un metro e venti, tendenti al biondo e molto carini... No? Ma cosa l'abbiamo fatta a fare!? Vivienne sembra capire quello che sto dicendo, ha l'aria spaventata, come a dire 'Scusa tu, cosa. Ehm, ecco, non fai ridere'. Le accarezzo la boccia che da qualche settimana non è più pelata, massaggiandole il coppino piano; la rilassa o narcotizza, come preferite. Quindi riprendo a paragonare voli e traghetti, b&b e campeggi. Spenderemo una fortuna, gattina, ma la mamma ti porterà in posti bellissimi. Basta non dire a papà tutto tutto tutto. Lascia fare a me, so come fare e, soprattutto quando farlo. Prometti Viv?

Vivienne è cresciuta, senza che me ne accorgessi o che l'aiutassi. Pensavo sarei stata l'artefice di tutto dai suoi 0 ai suoi 12 anni almeno, pensavo sarebbe venuta su come l'avevo immaginata, pensavo di avere potere decisionale. Pensavo molto, devo dirlo, nei primi mesi non facevo altro che ragionare: se le metto la crema dopo che la cambio le irriterò la pelle di burro dolce? Se le infilo un'altra maglia la farò sudare? Se la lascio un attimo da sola in culla la ritroverò lì o a casa dei vicini per un rave? Ero un fascio di dubbi e osservavo la mia bambina, in attesa di risposte. La crema ti piace? Lì sotto fa caldo? Riesci a scavalcare il fortino che hai al posto del letto?
Viv, la mia dolcissima lady di ferro, non mi parlava però: un po' presto per le prese di posizione contro mamma, signorina. Niente, muoveva il boccione che ha al posto della testa a scatti, inseguendo le ombre sul soffitto, sdraiata sul fasciatoio, scalciante e desnuda. Era bellissima, una mattina le ho scattato venti foto: tutte uguali, tutte nudi artistici. Una l'ho inviata a suo padre, 'VIVIENNE, NOTRE BELLE DU JOUR'. Ha risposto con una sua foto, vestito ovviamente, in cui sorride 'CHE BELLA PATATA'. Ci piacciono i doppi sensi scontati, la vita è già difficile così.

Alla fine abbiamo fatto tornare i conti, eliminando la Patagonia e un paio di altre mete competitive per Vivi: no giro sui gayser mami, non so come la prenderei eh. Ci siamo accordati per il nord, il nord dove tira sempre molto vento e piove a scroscio mentre c'è il sole, dove la sera il tramonto scende tardissimo e la luce è tersa e senza filtri. Poi ci butteremo nella bolgia di un festival, dove Viv avrà la possibilità di sperimentare il suo senso di sopravvivenza. Infine ci divideremo: io sola ad acchiappare farfalle, i miei due tesori preziosi al mare dove fa caldo e la sabbia scotta. 'Davvero non ti dà fastidio se vi mollo?', 'No, vai'. 'Chissà quando torno...'. 'Chissà se torni'.

Pazzesco, lui aveva capito prima che ci arrivassi io. Alla fine dell'estate li avrei lasciati, entrambi, perché non avrei potuto legarli a me. Ero tornata a stare male, a sentirmi un corpo ingombrante nelle loro vite, infelice come Jackie Kennedy si dice fosse, al fianco di JKF o di chiunque altro. Non ho trovato il modo di rimanere, una soluzione, un'idea. Ero motivata: amavo lui come non pensavo sarei tornata ad amare, in modo primitivo ed essenziale. Amavo moltissimo lei, la bambina che avevo immaginato tempo prima, quando lui neppure esisteva. Eppure li ho lasciati scivolare via, sul lato impervio del mio carattere, dove il mostro sonnecchia, ma non muore mai. Non mi tenevo insieme, non trovavo il capo dei miei pensieri e non avrei fatto del male a Viv.

Mi ricordo, una sera di questa estate organizzata con fatica e dedizione, che lui mi prese da dietro, mentre osservavo silenziosa e preoccupata l'oceano e la scogliera su cui mi sarei volentieri gettata. 'Stai pensando che, se ora saltassi, staresti meglio. Stai pensando di sfracellarti contro quel masso laggiù, appuntito e affilato, e lasciarmi con un colpo secco. Ma preferirei un'uscita di scena meno tragica. Se credi sia possibile, un finale aperto, che ci permetta di ritrovarci, magari. Che dici? Puoi fare almeno questo per me?'.
Gli dissi di sì, allontanandomi dal precipizio, da lui e dalla bambina che gli assomigliava tanto.

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